Nel cuore della Toscana, dediti al food and wine di qualità, i fratelli Pruneti rappresentano un punto fermo fra rispetto della tradizione e innovazione sostenibile. Gestiscono 96 ettari coltivando olio, vino, iris e zafferano, a cui va aggiunta una cospicua superficie mantenuta a bosco, per conservare la biodiversità. Uno stile di vita buono, sano e sostenibile, da molte generazioni, tutto assolutamente biologico.
Da sempre i Pruneti sono riconosciuti nel mondo come figure lungimiranti nella produzione agricola sostenibile nel territorio del Chianti Classico. I fratelli Gionni e Paolo Pruneti sanno che ogni decisione presa deve nascere da un connubio indissolubile tra quella che è la cultura familiare, le richieste del mercato e le intuizioni personali. Insomma, un continuo lavoro di ricerca. “La biodiversità ed il biologico sono per noi valori importanti e imprescindibili – spiega Paolo Pruneti – e facciamo di tutto perché il consumatore valuti i nostri prodotti non solo per quanto scritto in etichetta ma per i loro benefici alla salute, grazie alle loro proprietà organolettiche e nutritive.”
E’ il prodotto di punta dell’azienda con circa 20 cultivar differenti presenti negli 85 ettari di oliveti aziendali. Le più diffuse nei campi Pruneti ad oggi sono Il Leccino, dalle pungenti note vegetali, il Moraiolo, una vera sfida in campagna per le caratteristiche strutturali e di portamento ed infine, il Frantoio, la varietà più ricercata e indubbiamente la più conosciuta. Ma la nuova sfida agricola di Pruneti è la riscoperta delle varietà minori, tipiche del territorio e meno conosciute. Già da quest’anno, infatti, stanno lavorando ad implementare la biodiversità attraverso la rigenerazione di campi abbandonati ed il reimpianto di nuovi olivi delle varietà Leccio del Corno, Maurino e Pendolino.
“ Uno stile di vita buono, sano e sostenibile”, spiega Gionni, “ dove l’attenzione è rivolta ad ogni caratteristica fondante di un prodotto e ad ogni momento della sua creazione.” La selezione delle più corrette e sostenibili tecniche agricole è così affiancata da una scelta precisa delle migliori lavorazioni per estrarre e produrre 3 collezioni di olio extra vergine di oliva, composte da 6 blend e 3 Monocultivar. “La lavorazione delle cultivar separatamente, sia nei campi e che in frantoio – prosegue Gionni – e la successiva creazione del blend o l’imbottigliamento in singole cultivar, ci permette da un punto di vista tecnico e produttivo di poter selezionare l’esatto momento di maturazione di ciascuna varietà e di poterla lavorare secondo i metodi più adeguati per estrarne tutte le proprietà nutritive ed organolettiche.”
I 9 oli extra vergine di oliva diversi, ottenuti da 20 Monocultivar rappresentano un’ampia gamma di scelta offerta al consumatore, che potrà trovare il suo olio biologico evo fra le 200.000 bottiglie annue, tutte posizionate su un segmento di produzione di olio extra vergine di oliva di altissima eccellenza. Ad oggi l’azienda è presente in oltre 30 paesi, con particolare diffusione in Europa e America e progetta il raggiungimento di nuovi mercati già a partire dall’estate 2021.
Altro prodotto da sempre presente nella produzione familiare di Pruneti è l’Iris. La prima coltivazone di giaggiolo a San Polo in Chianti fu piantata in uno dei 6 ettari dove ancora oggi l’azienda coltiva i suoi Iris. Già nel medioevo questo prodotto era utilizzato come cosmetico, Caterina dei Medici lo utilizzava come cipria e lo portò con sé in Francia dove tutte le dame lo conobbero come cosmetico per sbiancarsi la faccia. Fino a metà dell’800 il Giaggiolo era un prodotto agricolo molto richiesto e utilizzato per molti impieghi. “Nei libri familiari abbiamo scoperto che veniva esportato in tutto il mondo”, racconta Gionni, “da Cuba per l’aromatizzazione dei sigari, alla Francia dove veniva utilizzato per la produzione cosmetica e profumiera, fino in Argentina e Germania per creme, ciprie e dentifrici. Nel nostro paese veniva utilizzato in farmacia come lenitivo e conservante naturale. Oggi stiamo sviluppando nuovi utilizzi come la Birra e il Gin all’iris. ”
Tutti i prodotti nascono da una filiera 100% Pruneti dove la cura del prodotto nasce nei campi e nelle tecniche di lavorazione, fino alla cura del design e dell’inserimento sul mercato. “L’azienda si trova nel cuore del Chianti Classico, interviene Paolo, non poteva perciò mancare il vino. Abbiamo circa 4.5 ettari di vigneti a conduzione biologica e annualmente produciamo circa 20 000 bottiglie di vino, tutte Chianti Classico a marchio collettivo Gallo Nero.” Ma oltre all’olio, al vino e al giaggiolo, c’è lo zafferano. Mezzo ettaro di coltivazione che trova nella tradizione e nella circolarità dell’economia aziendale una motivazione determinante. Da sempre lo zafferano è presente nei terreni familiari, spiega Paolo, “siamo legati affettivamente a questo prodotto unico, prezioso e biologico. In questa scelta emerge la nostra voglia di essere un’azienda agricola non vincolata alla produzione di un unico prodotto. Rispettiamo le propensioni naturali del terreno delle nostre colline a diverse produzioni agricole e le valorizziamo.”