Scandagliare il futuro per pianificare tempi, costi ed organizzazione dell’implementazione di nuove tecnologie in azienda. La vera sfida per i prossimi anni sarà capire quale o quali fra i prodotti innovativi proposti dalla scienza e dal progresso tecnologico sono compatibili nel medio termine con i processi aziendali, ovvero, possono diventare tali, con il ricorso ad una corretta compliance. I risultati dell’Osservatorio Life Sciences Innovation 2022-2023 del Politecnico di Milano evidenziano la spinta del comparto verso l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, la robotica e le terapie digitali, ma l’operatività richiede una programmazione precisa e puntuale, per assicurare il rispetto dei parametri regolatori rigorosi che il settore conosce bene. Ne ho parlato con Chiara Sgarbossa, direttore dell’Osservatorio Life Sciences Innovation.
D: L’innovazione dei prossimi anni per il mondo Life Sciences sembrerebbe concentrata su due temi: la digitalizzazione di alcuni processi terapeutici e l’utilizzo di tecnologie innovative per la diagnosi e cura dei pazienti. Partiamo dalle Terapie Digitali (TDX). Secondo i risultati dell’Osservatorio Life Sciences Innovation 2022-2023, in Italia, il sentiment di aziende farmaceutiche, medici e pazienti verso queste tecnologie è di fiducia. Tuttavia, a differenza di altri paesi europei ed extraeuropei, non sembra imminente la loro entrata in commercio.
R: Il primo grande scoglio è certamente di tipo regolatorio. Le aziende dell’offerta, ad esempio, riportano quasi all’unanimità come principale elemento di difficoltà l’attuale assenza di rimborsabilità della soluzione da parte del SSN (90% delle aziende coinvolte). Dal loro punto di vista vi sono, inoltre, altre barriere legate alla sfera regolatoria e normativa, tra cui la limitata chiarezza del contesto regolatorio italiano (87%) e del percorso di valutazione clinica necessario (71%), così come la complessità derivante dall’utilizzo dei dati raccolti dalle DTX per motivazioni legate alla privacy (65%). Una volta che si supereranno questi scogli normativi, sarà però importante investire sulla formazione di medici e pazienti e sull’inserimento delle terapie digitali nei percorsi di cura.
R: La tecnologia innovativa che vediamo più matura è quella della robotica chirurgica. Si tratta di tecnologie già consolidate e disponibili sul mercato, nelle loro prime versioni, da diversi anni. Anche per la Telemedicina vediamo una maturità ormai elevata relativamente al quadro normativo, che è stato delineato in modo chiaro nel corso degli ultimi anni, grazie alla spinta del PNRR, ma servono ancora alcuni anni per vederne l’impatto reale sui processi di cura e assistenza. Un altro ambito che avrà un impatto nel breve termine è costituito dai Wearable che, seppur in costante evoluzione e miglioramento, sono già spesso utilizzati per la raccolta di alcune tipologie di dati sanitari (es. attività fisica, battito cardiaco, ecc.) da pazienti e/o cittadini. Infine, abbiamo osservato come l’Intelligenza artificiale (AI) per analisi dati e immagini sia già in uso in alcune strutture sanitarie e che, una volta adottate su larga scala, porterà a un notevole miglioramento nell’efficienza ed efficacia delle diagnosi.
R: Meno della metà delle aziende dell’offerta coinvolte nella ricerca dichiara la presenza strutturata di attività di pianificazione di medio-lungo termine, come il foresight. Nei casi in cui il foresight non viene svolto, le barriere riscontrate sono diverse. In primis, viene riportata la mancanza di risorse finanziarie dedicate, problema condiviso dal 60% delle aziende che non intraprendono attività di foresight. Una azienda su due lamenta la mancanza di competenze specifiche. Seguono la mancanza di informazioni e di dati. Queste barriere sono strettamente legate alla mancanza di un processo sistematico che, qualora in essere, potrebbe garantire i dati e le competenze adeguate a svolgere adeguatamente il processo. Credo che il primo passo sia quello di aumentare la consapevolezza delle aziende rispetto a questo tipo di strumenti, così da identificare funzioni o ruoli aziendali che si occupino in modo sistematico di questo processo.
R: L’ecosistema Life Science è oggi colpito da un’onda di innovazione tecnologica e digitale che sta disegnando nuovi scenari e dischiudendo nuove opportunità. Le principali sfide e azioni da mettere in campo sono tante, ma tre sono prioritarie: