Il disegno di legge n. 1414, presentato nel 2019 e allo studio delle Camere, vuole realizzare un registro nazionale digitale di tutti i prodotti agroalimentari italiani, che sia protetto dal sistema blockchain ed accessibile a tutti coloro i quali desiderino verificare la tracciabilità di un alimento. Questo Registro Nazionale Digitale, che verrà istituito e gestito dal Mipaaf, sarà fruibile attraverso una piattaforma informatica multifunzionale open source e sarà costantemente implementato grazie a database distribuiti e interconnessi, condivisi, inalterabili e immodificabili.
Un mega progetto che avrà a disposizione 15 milioni di euro all’anno per il triennio che va dal 2019 al 2021, grazie alla legge di bilancio n. 145/2018, che ha istituito un fondo nello stato di previsione del MISE destinato a finanziare il futuro della ricerca e delle start up: lo sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni di intelligenza artificiale, blockchain e internet of things.
Nato per consentire le transazioni fra criptovalute, il sistema blockchain può essere usato per certificare ed attestare documenti e processi, rendendolo, perciò, particolarmente appetibile per la tracciatura e l’affidabilità di una filiera.
Esso utilizza varie tecnologie come: internet, database distribuiti e firma digitale. La blockchain si caratterizza per quattro aspetti fondamentali: decentralizzazione, trasparenza, sicurezza e immutabilità. Il sistema è strutturato in blocchi (nodi) di informazioni fra loro collegati in modo da rendere i processi incancellabili, accessibili e verificabili da chiunque sia autorizzato ad accedervi per aggiungere blocchi o consultarlo. Ogni nuova interazione (nuovo nodo), nel sistema produce una copia aggiornata dell’informazione utilizzando un protocollo condiviso e sicuro, in modo da garantire l’integrità di tutte le informazioni presenti nel sistema.
L’Italia nel 2018 ha accelerato sull’implementazione delle nuove tecnologie. Ha aderito alla European Blockchain Partnership Initiative, promossa dalla Commissione europea per realizzare una piattaforma europea basata sulla tecnologia blockchain per lo sviluppo di servizi pubblici digitali.
Sempre nello stesso anno, con il Ministero dello sviluppo economico, ha selezionato un gruppo di 30 esperti di alto livello per l’elaborazione di una strategia nazionale sulle tecnologie basate su registri distribuiti e sulla blockchain che, purtroppo, non è ancora stata definita. L’Italia ha, inoltre, sottoscritto il 4 dicembre 2018 una dichiarazione sullo sviluppo della blockchain nell’ambito del MED7, quest’ultimo composto da: Italia, Spagna, Francia, Malta, Cipro, Grecia e Portogallo. Infine, sotto il coordinamento dell’Agenzia per l’Italia digitale (AGID), è stato pubblicato il primo Libro Bianco del Comitato europeo di normazione elettrotecnica, l’ente di standardizzazione europeo (CEN/CENELEC) sulla blockchain ed i registri distribuiti.
La blockchain, per le sue caratteristiche, garantisce la tracciabilità di tutti i passaggi nella filiera di produzione e commercializzazione di un prodotto agroalimentare e può tutelarne tutti gli attori grazie a nuovi livelli di sicurezza alimentare. Un interessante esempio è quello della filiera del pesce britannico. I pescatori del Regno Unito attivano il percorso blockchain della filiera quando attraccano e scaricano a terra il pesce con un sms che si collega direttamente ad una piattaforma comune all’industria della trasformazione e alla distribuzione, tracciando così tutte le attività e i soggetti che le fanno.
Con un QR code è possibile, per chi vuole, conoscere tutta la storia del prodotto. In Italia esistono esempi simili, sviluppati da e per privati, nel settore del vino (Lombardia, Piemonte, Toscana e Puglia), dell’olio e di altri prodotti di qualità. Secondo il presente progetto di legge, il futuro registro digitale nazionale sarà condiviso, oltre da chi lo svilupperà e gestirà, anche da tutti gli operatori economici della filiera agroalimentare (produttori, trasformatori e distributori). Essi dovranno inserire e aggiornare le informazioni relative ai loro prodotti, in modo che i consumatori o altri soggetti, comunque interessati, potranno consultare le informazioni presenti nella piattaforma blockchain. Questa dovrà essere flessibile, gratuita, semplice e fruibile, per rispondere alle necessità del pubblico e alle diverse esigenze dei diversi comparti agricoli.
Sia i produttori che i consumatori, oltre ad usufruire della conoscenza di informazioni su ogni fase della coltivazione e della distribuzione dei prodotti agroalimentari, avranno anche la comodità di un’unica fonte di dati. L’infrastruttura di base della piattaforma, sia hardware che software, sarà creata ex novo, così da sfruttare la migliore tecnologia disponibile. I produttori potranno godere di contributi pubblici per acquisire la dotazione tecnica necessaria a partecipare alla piattaforma informatica multifunzionale e, così, far parte del sistema. Un fondo, istituito nel bilancio del MISE, finanzierà i costi della piattaforma, delle campagne di promozione e informazione su uso e accesso alla stessa e le risorse per i produttori interessati a farne parte.