L’agricoltura biodinamica e i suoi rapporti di parentela con il metodo biologico in questi giorni sono oggetto di particolare attenzione dei media grazie alla polemica scatenatasi in Parlamento all’atto di approvare la versione definitiva del T.U. sul biologico. La diatriba verteva sull’equiparazione della biodinamica al biologico e al suo conseguente riconoscimento della stessa quale pratica accreditata e riconosciuta a livello ufficiale con quanto ne consegue in termini di tutela e autonomia. Con l’eliminazione di tale previsione, a parte aver ottenuto il via libero alla pubblicazione della Legge, non si è cambiato molto altro. Il metodo sarà comunque riconosciuto come una pratica sui generis del biologico, se l’azienda vuole può certificarsi sia per l’uno che per l’altro processo di produzione e le associazioni più rappresentative continueranno a sedere ai tavoli tecnici e politici di confronto e concertazione di questioni che toccano il mondo agricolo.
Il nome deriva dall’unione del termine di origine greca Bio che vuol dire vita e dinamica che fa riferimento ai processi che nascono dalle interrelazioni fra gli elementi naturali. È considerato un metodo di fare agricoltura più restrittivo di quello biologico poiché esclude l’uso di molte sostanze (concimi, ammendanti, antiparassitari e prodotti fitosanitari) che sono autorizzate nel biologico prediligendo, piuttosto, preparati specifici realizzati secondo pratiche accreditate dal metodo detti compost. La gestione dell’azienda non si basa quindi su un disciplinare di produzione codificato, ma rispetta, comunque, alcuni principi cardine come: accrescere e mantenere la fertilità della terra; considerare l’azienda agricola come un organismo autonomo che vive di relazioni fisiche e chimiche in equilibrio fra di loro; i prodotti devono esprimere il massimo delle loro caratteristiche tipiche; curare la qualità del materiale genetico per assicurare la salubrità del raccolto e degli animali.
La pratica nasce a metà degli anni ’20 del secolo scorso con il Teosofo tedesco Rudolf Steiner per essere poi perfezionata dai suoi seguaci l’agronomo Erhard Bartsch e il chimico Franz Dreidax, che fondarono l’associazione Demeter, titolare del marchio commerciale Demeter international, riconosciuto negli Stati Uniti (ma non in Europa) quale unico detentore di un sigillo di garanzia sui prodotti biodinamici.
risultati della sua influenza bisogna garantire poche cose: un terreno ben lavorato e ricco di humus, perché, grazie all’ossigeno, sia più ricettivo, e sementi di qualità selezionata da utilizzare in assenza di umidità. Luna calante per concentrare le sostanze nutritive, luna crescente per puntare alla resa produttiva. Luna Nuova da evitare, la sua forza scatena reazioni incontrollabili. Luna piena per stimolare la vigoria delle piante. Ogni parte della pianta viene associata ad un elemento: le radici alla terra, le foglie all’acqua, i fiori all’aria, i frutti al fuoco.
L’agricoltore deve considerare sempre gli influssi delle costellazioni il segno zodiacale ed il transito della Luna per massimizzare i risultati sperati nella coltivazione. Quindi per la vigoria delle radici si dovrà seminare quando la luna transita in un segno di terra, per i frutti quando passa in un segno di fuoco e così via.
La siepe è un “organo” strategico all’interno dell’azienda biodinamica perché consente di ottenere direttamente ed indirettamente molti degli strumenti necessari al lavoro quotidiano dell’agricoltore. Ecco i top 9 delle varietà: