La modifica alla Carta Costituzionale che ha introdotto la tutela degli animali segue un percorso iniziato già da tempo in Europa e nel nostro paese. In Italia già con la legge n. 281 del 1991 la tutela degli animali da compagnia e la lotta al randagismo sono divenuti principi fondamentali: “lo Stato promuove e disciplina la tutela degli animali d’affezione, condanna gli atti di crudeltà contro di essi, i maltrattamenti ed il loro abbandono al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale e di tutelare la salute pubblica e l’ambiente”.
In questo modo si è voluto riconoscere agli animali d’affezione il diritto alla vita e vietarne la soppressione se, senza proprietario, si trovano a vagare sul territorio. Il proprietario o chi, comunque, ha in custodia un PET non può abbandonarlo, deve evitare che causi danni a terzi, deve vigilare perché non ingerisca esche avvelenate, deve dotarlo di microchip, assicurazione, guinzaglio e museruola. Ma soprattutto deve provvedere al suo benessere psico-fisico con cibo, acqua cure sanitarie e passeggiate. Un animale domestico è un membro a pieno titolo della famiglia che, in quanto tale, va accudito ed educato.
Il termine nasce negli anni ‘60 e si riferisce all’impiego degli animali da compagnia per curare specifiche malattie. In Italia, gli approcci sono diversi a seconda che l’obbiettivo sia ludico-ricreativo, educativo o terapeutico. Vengono, infatti, utilizzati per aiutare gli anziani nelle case di riposo a superare la separazione dai propri cari e dal proprio habitat. Sono utili a stimolare l’interazione sociale nei bambini affetti da autismo, riducendo anche lo stress e gli atteggiamenti comportamentali ossessivi. Il rapporto bambino-animale migliora anche i deficit di attenzione e le aggressività alla base delle difficoltà di apprendimento. In generale, crescere un animale domestico e passare tempo con esso, aumenta la nostra autostima, fiducia in noi stessi, ci rende più responsabili ed empatici verso il mondo che ci circonda.
Crescendo la sensibilità e l’attenzione verso gli animali è aumentata anche la spesa che gli italiani fanno per i loro piccoli amici. Dal 2017 al 2021 si è assistito ad un aumento costante degli acquisti nel canale grocery che da 2 miliardi di euro è passata a 2,4, portando ad un incremento del 6,4% la spesa media in prodotti per alimentazione, cura e gioco. La novità è che i consumatori preferiscono acquistare nei general store anziché nei negozi specializzati, dimostrando ancora una volta che la logistica (trovare tutto o molto nello stesso luogo) premia. I pet shop della Distribuzione Moderna hanno, infatti, raggiunto nel 2021 un fatturato pari a 43,6 milioni di euro, rappresentando così quasi il 2% del mercato totale (canali fisici e online). L’online della GDO, nello specifico, è cresciuto del 104% nel 2020 rispetto al 2019, mantenendo buona vivacità anche nel 2021. Gatti e cani sono i migliori amici dell’uomo e gli acquisti per le loro necessità valgono quasi il 90% delle spese nel canale distributivo pari, rispettivamente, a 1,087 milioni di euro (46,5% del fatturato totale) e a 1.251,5 milioni di euro (53,5% del totale). Rispetto al 2020 una crescita dell’8% circa. Per la loro igiene, giochi e accessori si spendono 75 milioni di euro l’anno, escludendo da questa cifra le lettiere per gatti che valgono 78 milioni di euro nel solo 2021. Fra le novità nel mercato degli alimenti per i piccoli animali da compagnia c’è l’incremento delle spese per roditori, uccelli e piccoli rettili che ha visto nell’anno terminante a giugno 2021 un fatturato di poco superiore ai 12 milioni di euro presso Ipermercati, Supermercati e punti vendita LSP (Libero Servizio Piccolo), registrando una crescita a volume dell’1,9%. Al primo posto ci sono i prodotti per gli uccelli ornamentali, che tocca il 42,9% del valore e circa il 50% dei volumi. Seguono gli alimenti per roditori (31,4% del fatturato e 39,6% a volume). I prodotti per i pesci e le tartarughe rappresentano rispettivamente il 12,6% e l’11,8% di questo segmento di mercato. (fonti ASSALCO, IRI, ZOOMARK)