L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE CHE VORREI IN SANITÀ. RIFLESSIONI TRA INNOVAZIONE, ETICA E RESPONSABILITÀ

COMITATI ETICI E SPERIMENTAZIONE CLINICA: NUOVE SFIDE NORMATIVE E RELAZIONALI
Ottobre 22, 2025

Il 24 ottobre 2025 a Peschiera del Garda, si è tenuto il convegno “L’intelligenza artificiale che vorrei (in sanità)”, promosso dal Gruppo Ospedaliero Pederzoli e sostenuto da numerose istituzioni, dove si è discusso non solo di tecnologie, ma soprattutto di visioni. L’AI, oggi più che mai, si presenta come una leva potente per trasformare i sistemi sanitari, ma la sua implementazione richiede attenzione, consapevolezza e una profonda riflessione etica.

L’intelligenza artificiale, se ben integrata, può diventare uno strumento capace di amplificare le competenze dei professionisti sanitari, velocizzare i processi decisionali e migliorare la qualità dell’intervento clinico. Ma per farlo, deve essere guidata da una visione condivisa e da una cultura dell’innovazione che metta al centro la persona, non la tecnologia. È questa la prospettiva che ha animato il confronto: un’AI che non sostituisce il medico, ma lo affianca; che non impone soluzioni, ma suggerisce percorsi; che non crea distanza, ma favorisce prossimità.

Nel corso della giornata, è emersa con forza la necessità di investire in infrastrutture digitali capaci di sostenere questa trasformazione. Una piattaforma nazionale di dati sanitari, ambientali e di welfare, prevista nell’ambito dell’EHDS europeo, rappresenta uno snodo cruciale per garantire interoperabilità, sicurezza e accesso equo alle informazioni. Ma la tecnologia da sola non basta: servono norme chiare e flessibili, capaci di accompagnare la ricerca e lo sviluppo scientifico, tutelando al contempo la privacy e la dignità del paziente.

La Legge 132 del 2025, entrata in vigore il 10 ottobre scorso, offre un quadro normativo interessante proprio in questa direzione. Gli articoli dal 7 al 10 delineano un approccio organico all’uso dell’AI in sanità, promuovendo l’adozione di strumenti digitali per migliorare diagnosi e cure, istituendo una piattaforma nazionale interoperabile e prevedendo criteri di valutazione basati su indicatori di efficacia ed equità. Particolare attenzione è dedicata alla formazione continua degli operatori sanitari, affinché siano preparati ad affrontare le sfide etiche e tecniche che l’intelligenza artificiale comporta.

Tra le esperienze concrete presentate, ha suscitato grande interesse il progetto “Luce”, che vede l’utilizzo di una TAC a conteggio fotonico, la prima in Italia, installata all’Ospedale Pederzoli. Questa tecnologia, integrata con algoritmi di AI, consente di ottenere immagini ad altissima definizione con una riduzione significativa delle radiazioni, aprendo nuove prospettive nella diagnosi precoce di patologie oncologiche e pneumologiche. Il progetto è realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Matematica dell’Università di Padova e prevede l’implementazione di modelli di digital twin, con l’obiettivo di simulare e personalizzare i percorsi clinici dei pazienti, migliorando la precisione e l’efficacia delle cure.

Ma l’intelligenza artificiale non è solo uno strumento clinico. Può contribuire a ridisegnare i processi del Servizio Sanitario Nazionale, supportando gli organi decisionali, promuovendo sinergie tra pubblico e privato e favorendo l’inclusione di territori e comunità spesso marginalizzate. La sperimentazione avviata da AGENAS, che partirà ufficialmente il 1gennaio 2026, coinvolgerà progressivamente circa 15.000 operatori sanitari, tra medici di famiglia e professionisti delle Case della Comunità, con l’obiettivo di costruire un’infrastruttura intelligente al servizio dell’assistenza primaria e territoriale.

In conclusione, il convegno di Peschiera del Garda ha evidenziato come l’intelligenza artificiale rappresenti una componente strategica per l’evoluzione del sistema sanitario nazionale, a condizione che venga integrata in modo strutturato, sicuro e trasparente. Le esperienze presentate e le prospettive normative delineano un percorso concreto verso una sanità più efficiente, basata sull’uso responsabile dei dati, sulla valorizzazione delle competenze professionali e sull’adozione di strumenti digitali a supporto delle decisioni cliniche e organizzative. La prossima fase, con l’avvio della sperimentazione AGENAS, sarà cruciale per testare sul campo modelli operativi e soluzioni tecnologiche, valutandone l’impatto attraverso indicatori misurabili di efficacia ed equità. In questo contesto, la sinergia tra innovazione tecnologica, governance normativa e formazione continua rappresenta la chiave per garantire che l’intelligenza artificiale diventi un alleato affidabile nella trasformazione del sistema sanitario, contribuendo al miglioramento della qualità delle cure e all’ottimizzazione delle risorse.

IL REGOLAMENTO EUROPEO AI ACT: UN QUADRO DI RIFERIMENTO PER L’INNOVAZIONE RESPONSABILE

Il Regolamento Europeo sull’Intelligenza Artificiale (AI Act), entrato in vigore il 2 agosto 2025, rappresenta il primo quadro normativo completo dedicato all’AI. Il suo obiettivo è garantire che i sistemi di intelligenza artificiale siano sicuri, trasparenti, tracciabili e rispettosi dei diritti fondamentali.

In ambito sanitario, il regolamento introduce obblighi specifici per i sistemi considerati “ad alto rischio”, come quelli impiegati nella diagnostica, nella gestione clinica o nella sorveglianza epidemiologica. Le strutture sanitarie che utilizzano modelli generativi o strumenti automatizzati devono documentare l’architettura dei sistemi, i dataset utilizzati e le misure di sicurezza adottate.

Un aspetto innovativo è l’obbligo di alfabetizzazione in materia di AI per tutto il personale coinvolto nell’uso o nella gestione di questi sistemi. L’articolo 4 del regolamento stabilisce che fornitori e utilizzatori devono garantire un livello adeguato di formazione, promuovendo una cultura digitale consapevole ed inclusiva.

Il regolamento si fonda su un principio chiave: l’antropocentrismo. L’AI deve essere al servizio dell’uomo, non viceversa. Questo implica che ogni applicazione tecnologica debba essere valutata non solo in termini di efficienza, ma anche di impatto sociale, equità e rispetto della dignità umana.

In definitiva, il Regolamento Europeo e la Legge italiana 132/2025 tracciano insieme una rotta chiara: l’intelligenza artificiale può e deve essere uno strumento di progresso, ma solo se guidata da valori condivisi, da regole trasparenti e da una visione etica del futuro.