Il mercato giapponese del vino: le opportunità e le sfide per i produttori italiani

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Ottobre 3, 2025

Il Giappone si conferma un mercato affascinante e complesso per il vino, dove tradizione, raffinatezza e attenzione alla qualità si intrecciano con dinamiche demografiche e culturali in continua evoluzione. Per i produttori italiani, questo scenario rappresenta una sfida stimolante ma anche un’opportunità concreta di affermazione, soprattutto nei segmenti premium e biologici.

Queste riflessioni sono emerse a margine di un webinar organizzato da Merano Wine Festival 2025 in collaborazione con Agenzia ICE, per promuovere l’internazionalizzazione delle aziende italiane in alcuni mercati target. Il seminario ha offerto una panoramica aggiornata del mercato giapponese del vino, basata su dati forniti da OIV, Trade Data Monitor e BCE mettendo in luce le tendenze di consumo, le dinamiche distributive e le strategie più efficaci per affrontare il nuovo business.

Il mercato ed il profilo del consumatore

Nonostante il consumo pro capite di vino in Giappone si mantenga stabile attorno ai 2,9 litri annui, il valore delle importazioni è cresciuto significativamente negli ultimi quattordici anni, con un aumento superiore al 140%. Questo dato evidenzia una tendenza strutturale verso la “premiumizzazione” del vino, ovvero una maggiore propensione alla spesa per prodotti di qualità. I vini italiani, grazie alla loro reputazione, varietà e capacità di raccontare il territorio, si inseriscono perfettamente in questa logica, registrando una crescita del 6,9% nell’export e conquistando una quota di mercato del 12,9% in valore.

Il consumatore giapponese è esigente, informato e attento alla salute. La fascia d’età più coinvolta nel consumo di vino va dai 30 ai 50 anni, ma si registra un crescente interesse anche tra i giovani adulti, tra i 20 e i 30 anni. La distribuzione tra uomini e donne è equilibrata, con una forte partecipazione femminile nell’adozione di nuovi stili di consumo. I vini biologici e naturali stanno guadagnando terreno, così come le alternative a basso contenuto alcolico e i formati innovativi, come i contenitori tra 2 e 10 litri, sempre più diffusi nel canale Horeca e nei supermercati professionali.

La sostenibilità è un valore in crescita, e la recente introduzione dell’obbligo di certificazione biologica giapponese, con relativo sigillo, rappresenta una novità importante per i produttori italiani. In questo contesto, l’Italia può giocare un ruolo strategico, valorizzando le proprie eccellenze e puntando su trasparenza, storytelling e abbinamenti armonici con la cucina giapponese, che apprezza la versatilità dei vini italiani.

Le sfide e le strategie da adottare

Tuttavia, le sfide non mancano. La concorrenza è agguerrita: il Cile guida il mercato in volume, seguito da Spagna e Francia, mentre l’Italia si posiziona al quarto posto. Inoltre, il deprezzamento dello yen rispetto all’euro ha ridotto la competitività dei prodotti europei, rendendo necessario un ripensamento delle strategie di prezzo e comunicazione. Le regolamentazioni per l’importazione sono rigorose e richiedono una gestione attenta da parte degli importatori, che svolgono un ruolo cruciale nella selezione e conformità normativa.

Il sistema distributivo giapponese è altamente segmentato e sofisticato. I negozi specializzati sono ideali per i vini di nicchia, mentre supermercati e ipermercati si rivolgono a fasce di prezzo più accessibili. I department stores e le enoteche, in crescita, offrono spazi privilegiati per i vini da regalo e le degustazioni. La vendita online, in forte espansione, apre nuove prospettive per raggiungere un pubblico più ampio e diversificato.

In questo contesto, le aziende italiane devono adottare un approccio omnicanale, scegliendo con cura i partner distributivi in base al proprio posizionamento. È fondamentale costruire relazioni di fiducia con gli importatori locali, investire nel marketing culturale e digitale, innovare l’offerta e promuovere l’educazione del consumatore. Solo così sarà possibile cogliere appieno le potenzialità di un mercato che, pur non essendo di massa, è ricco di valore e sensibilità. Il Giappone non è solo un mercato, ma un interlocutore culturale. Per i produttori italiani, rappresenta una straordinaria occasione per raccontare il vino come espressione di storia, territorio e stile di vita.

Con pazienza, visione e autenticità, il vino italiano può continuare a conquistare il cuore dei consumatori giapponesi, trasformando ogni bottiglia in un ponte tra due mondi.