DA TRE LUSTRI DEDICO TUTTE LE MIE ENERGIE AL SETTORE AGROALIMENTARE
Laureata in legge, giornalista-pubblicista dopo importanti esperienze nell’amministrazione pubblica e nel settore privato, da tre lustri dedico tutte le mie energie al settore agroalimentare. Un ambito conosciuto già con gli studi universitari, grazie allo studio della normativa Europea e ai primi progetti di interscambio con facoltà estere, poi ritrovato nella professione giornalistica per testate italiane ed estere, infine “affinato” nelle esperienze professionali.
Uno spazio ampio di questa esperienza lavorativa è quello dedicato al mondo del vino, 10 intensi anni della mia vita. Il tempo medio di una storia d’amore.
IL TEMPO MEDIO DI UNA STORIA D’AMORE
In questo lungo e soddisfacente periodo mi sono occupata, perché ho voluto occuparmi, davvero di molte cose. Dall’organizzazione di un ufficio efficace ed efficiente ad una strategia a lungo termine per aumentare la visibilità e la reputazione della filiera negli operatori e negli appassionati di vino in Italia e all’estero. Per fare questo ho selezionato e formato giovani talentuosi che non sapevano di esserlo.
Analizzando i punti di forza e debolezza del sistema, ho proposto di rinnovare, ideare e organizzare progetti ed eventi in Italia e all’estero.
Ho messo a disposizione importanti relazioni istituzionali e costruito incontri commerciali. Sono stata ascoltata, certo. Ho avuto la fiducia di un gruppo nutrito di imprenditori che hanno creduto in quello che ho loro proposto, ottenendo lusinghieri risultati.
Ma il punto è che, in tutto questo daffare, ho scelto consapevolmente di affidarmi all’importanza dell’intuito, all’ascolto dei suggerimenti altrui, al fuoco sacro dell’idea ritenuta geniale che, mitigata dall’esperienza e dalla competenza acquisita negli anni, diventa progetto, poi sperimentazione e infine successo.
CAPIRE LA QUALITÀ DELL'AGROALIMENTARE
In tutte le fonti normative comunitarie e nazionali la definizione di prodotto di qualità punta su tre concetti: valore, cultura e tutela. Essi vanno considerati secondo un ordine concentrico che trova al centro la cultura intesa quale mix del fare umano e di un preciso ambiente geografico; segue il valore del suo prodotto, un plus che punta sulla unicità del suo specifico processo di origine; infine la tutela del patrimonio identitario di questo prodotto che rende trasparente attraverso l’etichettatura questo processo fatto di discipline codificate di produzione e controlli sul loro rispetto. Un processo circolare che vuole essere un vantaggio non solo per chi produce ma anche per chi acquista.
Il concetto di cultura, valore e tutela di un prodotto di qualità è perfettamente espresso nell’articolo 1 della Legge n.238 del 12 dicembre 2016, “ Patrimonio nazionale culturale”, che descrive la vite, i vigneti e il vino, quali frutto del lavoro, dell’insieme di competenze, delle conoscenze, delle pratiche e delle tradizioni che costituiscono un patrimonio nazionale culturale da tutelare e valorizzare negli aspetti di sostenibilità sociale, economica, produttiva, ambientale e culturale.
PERCHÉ È IMPORTANTE
L'ETICHETTA NEL VINO
Nell’etichetta di un vino ci sono tutte le informazioni che un consumatore deve sapere per fare un acquisto consapevole.
Dalla categoria del vino ( Dop o Igp) a tutti i protagonisti del processo di produzione ( produttore, vinificatore, imbottigliatore), alla percentuale di alcool, ovvero, ha particolari certificazioni ( biologico, produzione integrata, biodinamico, sostenibile) o contiene eventuali allergeni autorizzati nell’uso dalla legge.
Le informazioni sono obbligatorie (comuni a tutti i vini Dop o Igp) , facoltative ( condizionate dall’esistenza di una fonte certa che le avvalora) o libere ( devono essere vere e dimostrabili).
UNA CARRIERA TRASVERSALE
Crescere in un ambiente di ospitalità turistica e viaggiare molto per lavoro, sono stati determinanti nel mio approccio alla vita, anche professionale.
Ho metabolizzato fin da bambina che non c’è un unico modo di pensare o di fare le cose e che, se tu conosci le tue capacità ed i tuoi limiti, non devi mai spaventarti davanti ai cambiamenti professionali, perché saprai come gestirli.
Con questo mio “mood” ho approcciato, un anno fa, un mondo nuovo a cui dedicare le mie competenze e la mia professionalità: il settore tecnologico biomedicale. Ho letto, studiato e mi sono confrontata con operatori del settore.
Attualmente, collaboro con soddisfazione reciproca, con un’azienda che si occupa in ambito biomedicale di Computer System Validation, Data Itegrity , IT Compliance e Governance e Service as Compliance.
Grazie a questa collaborazione, faccio parte di un team universitario di sviluppo di una terapia digitale per curare l’insonnia cronica, occupandomi della regolamentazione del software-prototipo di un app destinata ai pazienti e il coordinamento della conoscenza del progetto presso la stampa non scientifica.
Non esiste una carriera verticale ma una o più trasversali, dove le competenze e le attitudini personali sono messe al servizio del desiderio di sperimentare e di espandersi in ambiti sconosciuti e stimolanti.
Dal 2022 sono socia ISPE
Dal 2023 faccio parte dell'ISPE Italy Affiliate, gruppo di lavoro sul tema della “Sostenibilità”.
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LA TECNOLOGIA DEL BIOMEDICALE
Il settore biomedicale è caratterizzato da un utilizzo diffuso della tecnologia digitale e da una regolamentazione rigida per il suo controllo, sia sotto il profilo del ciclo di vita del software che della risoluzione o gestione dei rischi che il suo uso comporta.
I sistemi computerizzati presiedono alla sperimentazione di farmaci, alla loro produzione e distribuzione sino alla loro vigilanza post immissione al commercio. Per questo, essi devono essere convalidati e assistiti da documentazione scritta, per garantire che i processi siano sempre massimamente performanti.
L’attività di convalida è prima di tutto una garanzia che il software sia stato prodotto seguendo un preciso progetto e che il prodotto finale non solo risponda all’idea progettuale di sistema, ma anche faccia ciò per cui è stato prodotto, superando tutti i test funzionali.
DATA INTEGRITY E TUTELA DEL PAZIENTE
Nel mondo Life science, il dato è essenziale. Non solo perché esiste un obbligo normativo di tutelarlo, ma soprattutto perché il cliente finale ha bisogno di continue rassicurazioni sull’affidabilità del prodotto e sulla reputazione del marchio.
Negli anni ’90 la FDA ha predisposto un quadro di riferimento, denominato ALCOA, che definisce un insieme di principi a salvaguardia dell'integrità dei dati. Si tratta di un acronimo, secondo il quale i dati devono essere: Attribuibili, Leggibili, Contemporanei, Originali e Accurati. Convalidare il ciclo di vita di un dato significa, quindi, assicurarne la precisione ma anche la completezza e la sua coerenza in ogni fase del processo.
Un tema delicato è quello della sua disponibilità per gli utilizzi consentiti, rispettandone nello stesso tempo la protezione, l’integrità e la sicurezza. Per gestire al meglio questo processo esistono delle Best Practices e delle linee guida internazionali che orientano il lavoro di convalida. Fra le più conosciute ci sono: le GAMP, EU Annex11, GDPR, CISM e 21 CFR.